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Nella seconda metà del 2026, è previsto che la nave rigassificatrice di Piombino venga ricollocata in un altro luogo che non sia in Toscana e a Piombino. La scelta più funzionale e coerente è risultata essere al largo di Vado Ligure, in provincia di Savona, a circa 4 km dalla costa, dove la FSRU rimarrebbe per 17 anni. La scelta della Liguria è stata dettata non solo dall’esigenza di avere un rigassificatore nell’area centro-nord del Paese, dove si ha un maggiore consumo di gas, ma soprattutto dalla presenza di fondali e condizioni meteomarine idonei all’ormeggio in sicurezza di un terminale offshore e dalla vicinanza alla rete nazionale di trasporto del gas.
La FSRU dovrebbe stazionare nello specchio di mare antistante Vado Ligure, nella cosiddetta “area Charlie”: una zona interdetta al traffico navale poiché destinata alla sosta di imbarcazioni per il trasporto di merci pericolose, come ad esempio le petroliere.
La nave rigassificatrice si ancorerebbe a una struttura di ormeggio costituita da una “torretta esterna disconnettibile” o STL – Submerged Turret Loading: una tecnologia consolidata e diffusa nell’ambito dell’industria Oil&Gas. La torretta, a sua volta ancorata al fondale marino, consentirebbe alla nave di ruotare su un punto fisso e dunque di rispondere in maniera sicura e tempestiva alla corrente, le onde e il vento.
In caso di condizioni meteomarine avverse, la tecnologia STL – già frequentemente utilizzata nei mari del Nord – permetterebbe alla nave di sganciarsi e muoversi in autonomia.
La FSRU riceverà il GNL dalle metaniere e verrà in seguito rigassificato all’interno della nave; una volta tornato allo stato gassoso, il gas verrebbe trasportato tramite delle nuove condotte sottomarine e terrestri fino all’impianto PDE di Quiliano e da qui ai relativi collegamenti fino alla Rete Nazionale Gasdotti.
La nuova condotta sottomarina dovrebbe svilupparsi su una lunghezza di circa 4,1 km e ad una profondità di circa 90 m, dal punto di ormeggio della FSRU fino all’approdo costiero di Vado Ligure (SV), nei pressi della centrale termoelettrica “Tirreno Power”.
La fase di cantiere a terra vedrebbe la realizzazione di tre infrastrutture:
L’approdo costiero si realizzerebbe tramite la tecnologia trenchless, con conseguente creazione di un “microtunnel”: una soluzione che consente di attraversare la linea di costa e la spiaggia senza utilizzare un classico scavo a trincea, molto più impattante da un punto di vista ambientale.
Gli interventi di ripristino ambientale saranno eseguiti a seguito del rinterro della condotta, allo scopo di ristabilire nella zona d’intervento gli equilibri naturali preesistenti e di impedire, allo stesso tempo, l’instaurarsi di fenomeni erosivi non compatibili con la sicurezza della condotta stessa.
Tutte le opere previste nel progetto per il rispristino dei luoghi possono essere raggruppate nelle seguenti principali categorie:
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